descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

2 dicembre 2011

IA allitterazione, non sense e limerik

Inizia il percorso all'interno della poesia e con i ragazzi abbiamo giocato un po' con i suoni. 

Rispolverando testi e canzoni ci siamo avvicinati a questa figura retorica, l'allitterazione, cioè







LA RIPETIZIONE DI UN SUONO (VOCALE O CONSONANTE) O DI UNA SERIE DI SUONI IDENTICI IN PAROLE DIVERSE, ALL’INTERNO DELLO STESSO VERSO O DI VERSI SUCCESSIVI O DI UN TESTO IN PROSA

Allitterazione deriva dal latino adlitterare, che significa appunto "allineare le lettere"








I ragazzi hanno lavorato per gruppi ben affiatati ed i loro primi esperimenti 


ESERCIZIO
Dopo aver scelto una lettera costruiamo catene di parole allitteranti, ad esempio:
pane, paese, pacifico, peste , pericolo, pastello, pantano, pallore, pastore, pecore, pallino, prato, passo, perdere, pasto, panca, pancia, pandemonio, pagano, pasta, paga, paniere, pena, pescatore, pesce,……………

proviamo a costruire una breve composizione, in prosa o in versi, utilizzando le parole trovate...il NON SENSE è quasi d'obbligo ;-)

Ecco cosa è venuto fuori ;-) devo dire che sono stati a dir poco bravissimi, provate un po' voi lettori del blog a scoprire che suoni hanno scelto di usare e provate a fare altrettanto.

C'era una volta un topo al quale piaceva uscire sempre dalla sua tana che era un tronco a forma di tappo di tamburo. Un giorno udì un tonfo provenire dal tetto del camino di  un tavolo di un tubo. Finito di mangiare il timballo e il tiramisù, si incuriosì e andò a vedere quel tubo che era fatto di tartufo. Dopo dieci minuti si ricordò che doveva fare i compiti e allora tornò a casa. Lesse il diario dove c'era scritto: matematica, fare tabella ed italiano, disegnare la strada da casa a scuola, così prese l'astuccio e vicino al termosifone, vedendo la televisione e giocando con il telecomando iniziò a fare i compiti. Finì al tramonto, quando le trote e le tigri si pulirono i piedi sul tappeto e si misurarono la febbre con il termometro. Mentre la tartaruga guardava dalla finestra il tirannosauro sotto la cascata che si faceva asciugare gli schizzi d'acqua con la tovaglia dal Gatto con gli stivali, la stella di Matera prese il trapano e formò i crateri della luna, che assomigliavano a una forchetta e un coltello. Vedendo l'ora gli venne voglia di cucinare, guardò il cartellone del menù e cucinò. Finito il dolce, la squisita torta al martello, accese la torcia e augurò a tutti la buonanotte!
ELISA, ANDREA, GIORGIO E SAVERIA

C'era la luna
che vestiva di lana
con una lama si tagliò
ed una lumaca arrivò
la lecce-lecca mangiava
ed una lucertola si avvicinava,
la limonata beveva
e la lasagna gustava.
Un lombrico con furia veniva
e il ladro tutto vedeva
una lanterna rubò
e per la strada una lucciola incontrò
che i piatti con la lavastoviglie lavava
ed il latte riscaldava
con la lava del vulcano.
Intanto nel lago una luce brillava
era un lumino che illuminava
e la legna nel fuoco bruciava
e la lacrima dall'occhio del bambino scendeva
la mamma la lacca spruzzava
ed un lampo nel cielo scoppiava.
Un piccolo bimbo la caramella ai lamponi gustava
mentre larghe labbra delle altre baciavano
e in una laguna un lampione lampeggiava.
ELISA, GABRIELE, NICO E GIULIA

Marco e Luca vivevano in una casa con un cane e un cavallo, vicino alla Costa del Caffè, dove c'era un coccodrillo affamato di cacao che tracannava a rotta di collo. A lui piacevano anche le verdure come il cavolo che inzuppava nel cacao. Luca quando aveva caldo era calmo, Marco quando vedeva un canarino gli veniva l'acquolina e beveva chili di coca-cola. Marco era un campione a costruire castelli con carta e colla che contenevano gli acquedotti tutti del colore della campana, con un camino con di fronte una campagna. C'era anche una collana, dentro un carro, che stava andando dentro un cavo, colmo di colpa e di coraggio con sopra dell'inchiostro.
CAMILLA, LUCA, RICCARDO E NICOLO'

In un lago di mille bolle blu lillà, vicino ad un castello, c'era un alieno di nome Lancillotto che portava pillole e "fallone" (pane tipico del paese, fatto con la farina di grano gialla) ed un leone di nome Luca Callari che portava un pisello e un coltello giallo. L'alieno Lancillotto aveva le pile scariche, ma basta una lancia, la lana del lino e le pile di luce splendono. Di lunedì c'era un nasello di nome Lello che portava sulla luna: palloni, pilastri, cartelloni e cloro.
LUCIA, GIACOMO, EMANUELE E CHIARA


Alcune prove individuali con il nonsense e il limerik


Era la notte di Natale
ma non tutti stavano male.
In particolare la signora Violante
che era molto esuberante
aveva bevuto un goccetto di troppo
ed era moscia come un pioppo.
Questo è il Natale di Violante
donna moscia ma esuberante.
 Elisa

                                                         

Carla,la cartolaia carina,
sta passando una buona mattina
perché é il giorno di natale
e per Carla é davvero speciale.

Cammina,cammina e incontra un regalo
molto carino,
che piace al suo bambino
(anche se non ha alcun piccino)

E’ una cartolaia eccitata per amore ,
che non viene dentro il suo cuore.
E’ una cartolaia sbadata,
anche se è molto amata.
                                                
                                         Lucia


Il padrone e gli animali

Un giorno
un padrone disse al gatto :-adesso torno

il gatto
era molto matto

nel frattempo
doveva trovare un passatempo

usci dalla finestra
come gli aveva insegnato la sua maestra

una civetta
molto stretta

vidi un topo
che le chiese di andarsene dopo

la civetta le sparò un complimento
e disse alla faccia di chi non ha il mento

si fermò a guardare il manto
di un cavallo e disse adesso ci monto

disse il topo io invece sono santo
a che serve divertirsi tanto

uscì dallo zoo un elefante
grosso quanto un gigante

una tigre guidava la moto
mise sotto il topo

un gorilla
mangiava una certa Camilla

 la rigetta
mezza fetta J

tornò il padrone
e disse  al gatto sei un cafone

quel Natale
molto fatale
passato insieme alla specie animale
L-J

Chiara

Il gatto con la giacca gialla

Girava una volta a Genova un gatto grande e grosso che indossava una giacca gialla come quella di nonna Giovanna.
Era goloso di gelati, granite e mangiava ghiaccioli a non finire.
Non giocava con la gente perché non era intelligente.

Saveria















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