descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

5 febbraio 2013

IIA: I "valori" legali e illegali



“Non vi è granello di polvere, cellula o elettrone nell'universo che con le sue vibrazioni non sia collegato a tutto l'universo...Nonostante le apparenze la separazione non esiste, è un'illusione, nulla e nessuno è separato. Anche se non ne siamo consapevoli, tutto il nostro essere è continuamente collegato a tutto il cosmo. Quando facciamo del male agli altri, anche se al momento non lo avvertiamo, facciamo del male anche a noi. Viceversa, quando facciamo loro del bene, lo stesso bene lo facciamo anche a noi…nella coscienza dell’unità è il fondamento della vera morale”.

(O. M. Aïvanhov)



"La nostra società si preoccupa dei ragazzi ma non se ne occupa. Invece dovremmo dare una mano ai giovani a colmare la vita... di vita!"

"Oltre l' IO c'è un NOI [...] ogni  conquista individuale è strettamente legata al contributo che sappiamo dare al bene comune"
     
"... la legalità può e deve essere anche un gioco da ragazzi, cioè qualcosa che tutti, a cominciare dai più giovani, siamo chiamati a costruire giorno per giorno, attraverso scelte consapevoli e comportamenti coerenti.

La legalità non è frutto solo della lotta alle mafie, che pure resta un aspetto fondamentale, ma nasce dal contrasto a tutte quelle forme di corruzione, abuso e privilegio che delle mafie sono la premessa.

Nasce da politiche attente ad affermare i diritti e la giustizia sociale.

Nasce dall’educazione, dall’informazione, dall’investimento culturale.

Nasce dalla nostra adesione sincera ai principi della democrazia, e dalla capacità di metterci concretamente in gioco per realizzarli, sconfiggendo ogni tentazione d’indifferenza, rassegnazione, delega. "
 don Luigi Ciotti





"Ciascuno di noi è chiamato a prendere coscienza dell'importanza delle sue azioni per l'intera collettività"

"legalità è il frutto del modo di pensare e delle scelte concrete di ciascuno di noi e della società nel suo insieme ed ogni nostro comportamento, ogni scelta politica, ogni fatto che accade possono influire sul livello di legalità."





Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria




Introduzione al concetto di importanza della legalità: 
lezione di riflessione e confronto
Abbiamo letto insieme ai ragazzi un brano di don Luigi Ciotti, fondatore dapprima del Gruppo Abele, come aiuto ai tossicodipendenti e altre varie dipendenze, quindi dell'Associazione Libera contro i soprusi delle mafie in tutta Italia; il brano era tratto dal testo Etica e politica (inserito nella loro antologia), ci è servito per poter introdurre l'importanza del concetto di legalità.

Non basta infatti dire che le leggi si devono rispettare, non basta imporre, non basta neanche conoscere le leggi, ammesso che tutti le conoscano, importante diventa farle proprie, viverle ogni giorno, ma soprattutto capirne il perché, tutte le implicazioni.

A scuola, soprattutto nelle classi prime, si esordisce sempre con famosi decaloghi, che poi diventano lunghi elenchi di regole di classe da appendere alle pareti. Il concetto più importante da apprendere è il perché delle regole, il cosa succede se io non le rispetto, il cosa significa e comporta non rispettarle, ma anche cosa succede alla mia classe, alla mia famiglia o alla mia società se io non le rispetto.
Come la mia scelta è legata alla vita di tutti? 

Ho chiesto ai ragazzi che cosa succederebbe se parlassero sempre tutti insieme, la loro risposta è stata: non ci ascolteremmo, non riusciremmo a comprenderci, nessuno infine riuscirebbe a dire quello che vuole e verrebbero meno le regole della democrazia e della libertà, senza contare il fatto che non avremmo imparato niente.
Ora, dare questa spiegazione è stato utile per comprendere una regola, per sottolineare come il rispetto di una semplice regola abbia coinvolto: me, l'altro, la mia libertà di espressione quindi i miei diritti, la mia possibilità di confrontarmi e imparare dall'altro.

Nel brano di don Luigi Ciotti si descriveva la società attuale in modo piuttosto pessimistico, una società protesa al raggiungimento del potere, della ricchezza, dell'apparenza e del bene individuale. In questa società calpestare la legalità potrebbe diventare una scelta scontata e di nessuna importanza.


Abbiamo poi parlato delle varie forme di illegalità. Avevo chiesto ai ragazzi di fare una piccola ricerca con dizionario alla mano su una lista di termini che abbiamo chiamato il lessico dell'illegalità. Si trattava di crimini di ogni tipo, ne abbiamo discusso insieme, chiarendo diversi dubbi e poi ho fatto loro un esempio.

Immaginate che io vada in vacanza in una importante città, sto passeggiando e mi viene voglia di comprare una cartolina; il negozio è strapieno, allora, senza pensarci due volte, esco e mi metto in tasca una delle cartoline sull'espositore.
Ho rubato. 
Posso definire il mio gesto meno illegale di ... un furto in una banca?
A cosa non ho pensato commettendo il furto?
Io, che persona sono? in cosa credo? penso agli altri o solo a me stessa?
Quali sono le conseguenze della mia azione?

Esempio calzante per spiegare che il gesto illegale è illegale e basta, può essere più o meno grave, ma tale resta; ho poi esagerato sulle conseguenze del mio gesto, il furto di una cartolina è poi diventato un'offesa al sogno dell'uomo delle cartoline, un'offesa al suo onesto lavoro, ai suoi guadagni per mantenere una famiglia, il cattivo esempio dato a causa del quale un passante si è sentito libero di rubare anche lui una cartolina ... e la discussione è andata oltre.

Siamo poi andati ai fatti.
Ho assegnato ad ognuno dei ragazzi un articolo di cronaca legato ad una cattiva azione o reato specifico; dopo averlo letto attentamente ognuno dovrà rispondere alle seguenti domande:

- quale reato è stato commesso? descrivilo
- quale è la regola, scritto o no, che è stata trasgredita?
descrivi chi ha trasgredito, soprattutto il carattere e gli atteggiamenti e quelle che secondo te sono le sue idee e convinzioni
- identifica la vittima, secondo te come si è sentita? descrivi il suo stato attraverso riflessioni e usando molti aggettivi
- quali potrebbero essere le conseguenze di tali episodi?

I primi confronti in classe dopo la lettura degli articoli. Devo dire che le loro riflessioni sono state molto profonde e interessanti. Bravi ragazzi!

Affido alle nostre pareti lo stato dei lavori, ancora dobbiamo lavorarci su un po'. Ho voluto dedicare molto spazio alla riflessione e al dialogo.









ps la mano é di Giacomino ;-)

i ragazzi hanno aggiunto altre parole ai due cartelloni ...


Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’ è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Erri De Luca, da “Opera sull’ acqua e altre poesie”




Primo lavoro legato a quest'attività:

I ragazzi stanno preparando un'intervista sulla legalità da fare ad alcuni membri della loro piccola comunità. Le domande sono state raccolte e ordinate nel Wiki; i ragazzi hanno poi stilato un elenco di persone alle quali porle, tipologie di persone, come persone ben identificabili (per esempio il loro sindaco); si sono divisi in gruppi ed ogni gruppo avrà il compito di scegliere le domande adatte, tra le numerose scritte, per i loro interlocutori.


Altra attività invece sarà la stesura di un testo particolare lavorando ancora sui valori dell'identità e più precisamente utilizzeremo la figura retorica della prosopopea o personificazione e faremo parlare direttamente i valori.
Qui un esempio di prosopopea al quale ci ispireremo, parla il silenzio


"Il Silenzio"

Mi presento: sono il Silenzio. Per favore. Lasciatemi, una volta tanto, prendere la parola. Lo so che è paradossale che il silenzio parli. E’ contrario al mio carattere schivo e riservato. Però sento il dovere di parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza! Ecco, quindi, qualcosa di me. Intanto le mie origini sono assolutamente nobili. Prima che il mondo fosse, tutto era silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante. Così traboccante che una parola sola detta dentro di me ha fatto tutto! Poi, però, ho dovuto fare i conti con una lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore! Ebbene lasciate che ve lo dica subito: non immaginate cosa perdete ferendomi! Il baccano non vi dà mai una mano! Io, invece, sì. Io sono un’officina nella quale si fabbricano le idee più profonde, dove si costruiscono le parole che fanno succedere qualcosa. Io sono come l’uovo del cardellino: la custodia del cantare e del volare. Simpatico, no? Io segno i momenti più belli della vita: quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo degli innamorati. Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della sofferenza, della morte. No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità. Io mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile. Io scendo negli abissi degli oceani. Io vado a contare le stelle. Io vi regalo momenti di pace, di stupore, di meraviglia. Io sono il sentiero che conduce al paese dell’anima. Sono il trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio! Ecco qualcosa di me. Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre chiacchiere. Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole quattro parole: Custoditemi e sarete custoditi! Proteggetemi e sarete protetti!
Dal vostro primo alleato "Il Silenzio".



Nessun commento:

Posta un commento